Bifobia e LGBTQI: chi ha paura di bisex e asessuali?

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Chi conosce la sigla LGBTQI?
L’acronimo che sta ad indicare Lesbiche, Gay, Bisex, Transex, Queer, Intersex, molto probabilmente è destinata ad allungarsi, perché è solo da pochi decenni che si parla di sessualità liberamente e da ancora meno tempo si considera ogni orientamento sessuale normale al pari dell’eterosessualità.
Ma siamo certi, noi persone comuni, di portare veramente lo stesso rispetto a tutti? O forse di alcune realtà non sappiamo nemmeno l’esistenza o non riusciamo ad accettarne le diversità come semplici caratteristiche? Parliamo di bifobia e altre paure.

LGBTQI: alcuni chiarimenti

Per gran parte di noi (per fortuna) è facile mettersi nei panni di un omosessuale, perché se un nostro amico ama gli uomini o le donne non fa alcuna differenza.
Se il ragazzo Queer non ha ancora capito cosa gli piace, forse ci sembrerà strano, ma di sicuro non ci disturba: avrà bisogno di tempo e serenità.
Il pianeta MtoF ed FtoM ci hanno pensato molto bene i reality ed il cinema a spiegarceli: una persona nasce con un cervello di sesso diverso rispetto al corpo e ne soffre finché non riesce ad ottenere la riassegnazione del genere. Gli intersessuali, che forse i più conosceranno con il termine ermafroditi, hanno caratteristiche fisiche di entrambi i sessi.
Con un po’ di empatia potremmo capire e accogliere ogni diversità umana, ma non sempre è così scontato. Ci sono persone che non sono previste dalla nostra società.

Bifobia e altre paure

Sin da piccoli ci vengono raccontate fiabe popolate di principi e principesse; ci vengono mostrati Topolino e Minnie innamorati; ovunque vediamo delle coppie composte da membri di sesso opposto.
Diamo per scontato che si possa amare una sola persona perché è così che ci hanno insegnato l’amore: bisogna essere in 2.
Beh, non è davvero così. O meglio, non sempre è così per tutti.
Ci sono ragazzi e ragazze bisessuali che per un periodo della loro vita frequentano persone del sesso opposto, e in seguito si interessano a quelle dello stesso sesso. Queste persone, purtroppo, possono essere discriminate per il loro percorso di vita. Gli si dice, ad esempio, che hanno delle difficoltà ad ammettere chi sono realmente, o che non hanno il coraggio di fare una scelta. Una scelta, che scelta in realtà non è: nessuno di noi sceglie da chi sentirsi attratto ed è anche possibile avere o desiderare più relazioni contemporaneamente con un uomo e una donna, anche se questo fa storcere il naso ai più.

Bifobia e intolleranza: i costrutti sociali che uccidono la libertà

Il triangolo no diceva una famosa canzone… Perché pretendere che tutti vivano il sesso e l’amore nella stessa maniera in cui li vediamo noi?
Dov’è scritto che ci debbano essere delle regole fisse, e per quale motivo poi?
Tanti ragazzi, a causa dei quadretti preconfezionati stabiliti a livello sociale, si sentono come se per il mondo non potessero esistere. La verità è che l’essere umano è complesso, e la sua libertà va al di là degli schemi convenzionali. In fondo, la fedeltà si basa sulla fiducia e la lealtà, cose che esulano dall’essere numericamente pari, o normativamente eterosessuali.

LGBTQI: una sfida a superare i propri limiti

Io non sono perfetta, anch’io avevo e forse ho ancora difficoltà a capire delle cose, per esempio gli asessuali: non immagino la mia vita senza pulsioni sessuali e per dare un senso a questa condizione umana, sarebbe per me più facile attribuire il tutto a qualche blocco psicologico.
Invece la Scienza ci dice che anche l’asessualità è un naturale orientamento e ho scoperto che si tratta di un fenomeno molto più comune di quanto credessi.
E, in fondo, forse possiamo sforzarci di capire pure loro, perché come disse Piero Angela in una puntata di #SuperQuark: “Il sesso è faticoso, si suda tanto e la posizione e ridicola”.

Francesca Lupo
Twitter@Ciccinalupo

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