I gatti dell’Antico Egitto: cinque curiosità sulla loro importanza nella cultura egizia

i gatti dell'Antico Egitto

i gatti dell'Antico Egitto

I gatti dell’Antico Egitto sono stati una parte importante per questa cultura cultura sin dai tempi antichi. Nel periodo dei Faraoni, questi felini venivano considerati animali sacri e venerati come divinità. In questo articolo, esploreremo cinque curiosità sulla loro importanza nella cultura egizia.

1) I gatti come divinità

Gli antichi egizi credevano che i gatti fossero protettori del regno dei morti e che fossero in grado di comunicare con gli dei. Per questo motivo, venivano spesso raffigurati in opere d’arte e decorazioni funerarie. Inoltre, molti faraoni possedevano dei gatti come animali domestici, considerandoli dei compagni affettuosi e fedeli.

Questi felini, conosciuti come “Mau” in lingua egizia, venivano considerati degli esseri magici e sacri, e la loro presenza era considerata propizia per le case e per la prosperità della famiglia.

Uno dei principali dei gatti dell’antico Egitto era Bastet, la dea della casa, della fertilità e della maternità. Era spesso raffigurata come una donna con la testa di gatto, ed era associata all’amore, alla danza e alla gioia. Gli egizi credevano che offrire doni a Bastet portasse fortuna e protezione.

Un’altra divinità legata ai gatti era Sekhmet, la dea della guerra e della guarigione. Era spesso rappresentata come una leonessa o una donna con la testa di leone, e si diceva che avesse la capacità di proteggere i vivi e i morti. Era considerata una figura potente e protettrice, e molti egizi la invocavano durante le malattie o i periodi di difficoltà.

2) I gatti mummificati

Molti gatti dell’Antico Egitto venivano mummificati e a volte sepolti con i loro proprietari nelle loro tombe, perchè proteggesse il padrone anche nella morte. La mummificazione dei gatti dimostra quanto fossero importanti e venerati nella cultura egizia. I gatti mummificati venivano spesso adornati con gioielli o decorazioni e inseriti in sarcofagi decorati.

La mummificazione dei gatti non era riservata solo ai felini di alto rango, ma era anche offerta come servizio ai comuni proprietari di animali domestici. Tuttavia, la qualità della mummificazione variava a seconda delle possibilità economiche del proprietario. I gatti mummificati erano spesso inseriti nelle tombe dei loro padroni, dove avrebbero potuto servire come compagni fedeli anche nell’aldilà

La pratica della mummificazione dei gatti nell’Antico Egitto è testimoniata da numerosi reperti archeologici, come ad esempio i sarcofagi di gatti conservati nel Museo Egizio di Torino o le mummie di gatti esposte presso il British Museum. Questi reperti sono importanti non solo dal punto di vista storico, ma anche per comprendere l’importanza dei gatti nella cultura egizia e nella vita quotidiana degli antichi egizi.

3) I gatti come animali domestici

Oltre che come compagni, i gatti dell’Antico Egitto venivano usati per controllare la presenza di roditori nelle case e nei magazzini di cibo. La loro presenza era fondamentale per la sopravvivenza della popolazione, che dipendeva dalla produzione di cibo.

Inoltre, i gatti erano considerati animali dalle proprietà magiche, capaci di proteggere la casa e i suoi abitanti dalla sfortuna. Per questo motivo, venivano spesso rappresentati in opere d’arte e in amuleti, e venivano considerati essenziali per la prosperità e la felicità della famiglia.

La presenza dei gatti come animali domestici nell’Antico Egitto è testimoniata anche dalla loro raffigurazione in molte tombe, dove venivano ritratti come compagni fedeli dei loro proprietari.

4) Il Mau, la razza sacra

Il Mau era una razza di gatto molto apprezzata dagli antichi egizi, in quanto veniva considerata come detto un animale sacro. Questi gatti avevano un manto macchiato che ricordava quello di un leopardo e venivano spesso raffigurati in opere d’arte. Inoltre, venivano usati per proteggere i magazzini di cibo dai roditori, contribuendo alla loro importanza nella cultura egizia. Altra curiosità è che i gatti maschi prendono parte al parto (tagliando il cordone ombelicale) e allevano i gattini assieme alla madre. Cosa rara nei gatti.

Tuttoggi quindi, il Mau è una razza di gatto che deriva direttamente da quella egiziana, in termine (errato) si potrebbe dire quasi un “fossile vivente”, perché immutato dall’epoca antica. E’ una razza di gatto ancora molto apprezzata, grazie alla sua bellezza, intelligenza e personalità. È un gatto molto energico, curioso e socievole, che ama interagire con gli umani e che si adatta bene alla vita domestica.

5) La protezione legale dei gatti

Essendo considerait sacri, di conseguenza, esistevano alcune leggi che regolavano il loro trattamento e il loro ruolo nella società egizia.

Una delle leggi più importanti riguardava la protezione dei gatti. Era considerato un crimine gravissimo uccidere o ferire un gatto, e chi commetteva questi atti poteva essere punito con la pena di morte. Questa legge era tanto importante che persino gli invasori stranieri rispettavano i gatti e spesso portavano i loro animali domestici in Egitto per proteggerli.

Non solo gatti, però, in quanto esistevano leggi per proteggere cani, uccelli e tori.