10 fake news più famose degli ultimi 15 anni

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Negli ultimi quindici anni le fake news hanno viaggiato più veloci delle smentite. Catene WhatsApp, post su Facebook, meme diventati “notizie” e ora persino contenuti generati dall’intelligenza artificiale: il confine tra realtà e invenzione è sempre più sottile.
Alcune bufale resistono nel tempo, ritornano ciclicamente e riescono persino a condizionare dibattiti pubblici. In questo articolo abbiamo raccolto dieci delle più famose – più due “classici” senza età – per capire come sono nate, perché hanno avuto successo e cosa ci insegnano sul nostro modo di informarci.
1) Il tonno “radioattivo” (FAO 61/71)
Nel 2013–2014 iniziò a circolare un post che invitava a evitare le scatolette con sigle FAO 61 e 71 perché “provenienti dalle acque contaminate di Fukushima”.
La catena è riemersa più volte negli anni, spesso rilanciata con nuovi video “allarmistici”. In realtà le sigle FAO indicano solo l’area di pesca, non un rischio sanitario; i controlli ufficiali sull’import e le analisi indipendenti non hanno mai rilevato un pericolo legato a quelle diciture.

2) Gli “alieni alti 3 metri” a Miami
Capodanno 2024: un massiccio intervento della polizia a Bayside Marketplace viene filmato da più persone. In un frame sgranato si intravede una sagoma allungata: sui social diventa “un alieno di tre metri”.
La polizia spiega che erano disordini di un gruppo di ragazzi e che la “creatura” era l’ombra di una persona che camminava. La viralità nasce da bassa qualità del video, zoom, titoli sensazionalistici e dalla fascinazione per gli UFO.
3) L’audio “rubato” Vance vs Musk (deepfake)
Nel marzo 2025 su X compare un audio disturbato in cui JD Vance attaccherebbe Elon Musk. La clip viene rilanciata come “fuga” imbarazzante. Vance e il suo staff smentiscono; analisi forensi notano schemi linguistici atipici e la qualità volutamente degradata, tipica dei deepfake audio usati per eludere i controlli. È l’esempio di come l’IA generativa renda credibili contenuti mai detti.
4) “I Simpson avevano previsto Trump”
I Simpson, tra predizioni azzeccate e qualche polemica non possono mancare in tema di fake news. Ogni tanto riappare il frame che mostrerebbe la previsione dell’elezione di Trump nel 2000. In realtà l’immagine più condivisa è stata creata dopo i fatti, come citazione alla realtà (non viceversa). Oppure vengono attribuite apparizioni successive (dopo il 2016) alla puntata del 2000.

5) Imane Khelif “transgender”
Sui social parte una campagna che accusa la pugile algerina di essere un uomo sottoposto a cambio di sesso. Le insinuazioni si diffondono con ritagli fuori contesto e commenti virali
I documenti federali e la sua carriera sportiva confermano che Khelif è donna; la tesi del “cambio di sesso” non ha riscontri. Il tema identitario è stato usato come leva polarizzante, non come fatto.

6) Il “Tinder dell’ananas” al supermercato
Nel 2024 dalla Spagna rimbalza in Italia la voce: se hai un ananas nel carrello dichiari disponibilità a incontri. Molti reel la trattano come “codice segreto” dei supermercati.
Non esiste alcuna consuetudine del genere: è un meme social spacciato per regola reale. La forza della storia sta nella sua semplicità memetica (un simbolo = un significato).

7) Il “ratto fritto” al fast food
Foto e video mostrano un presunto ratto impanato servito ai clienti. La storia torna ciclicamente da oltre un decennio.
Quasi sempre si tratta di pezzi di pollo dalla forma anomala o fotomontaggi; le verifiche non confermano contaminazioni di questo tipo. Il disgusto genera condivisioni, e la bufala si autoalimenta.

8) “Epidemia” di dissenteria a Gubbio
Tutti, volenti o nolenti, ricordiamo l’epidemia di dissenteria a Gubbio di ottobre 2022 che ha creato non poca ilarità sul web: da alcuni malori in un ristorante nascono vocali WhatsApp che parlano di ospedali pieni e scenari da quarantena.
Media locali e anche nazionali riportano la notizia, per poi scoprire (e cambiare i titoli a posteriori) che sì c’erano stati dei malori in un noto locale ma no non c’erano scenari apocalittici e si trattava di messaggi inventati da bontemponi.
Ma gli audio continuano a girare. Ma era (purtroppo per noi) solo una fake news.
9) L’uomo che comprò tutte le torte Oreo
Nel 2015 su Reddit appare il racconto ironico di un uomo che compra tutte le Oreo pies “per dispetto” a un bambino che urlava in fila.
Il post, non verificato, viene ripreso da siti generalisti come fosse cronaca e anche da trasmissioni radio. Mancano riscontri, testimoni, documenti: è satira scambiata per notizia. Dimostra quanto velocemente l’ironia online possa diventare “fatto”.

10) Il “pozzo dell’inferno” in Siberia
Chiudiamo con una piccola perla. Secondo la leggenda, trivellazioni profondissime avrebbero registrato urla dal sottosuolo. La storia, nata decenni fa, è tornata su YouTube e TikTok con audio suggestivi ma senza fonte. Geologia e registrazioni non confermano nulla: si tratta di audio manipolati/riciclati e narrazione apocalittica
Fake News virali degli ultimi 15 anni: conclusione
In rete le bufale non muoiono mai: cambiano forma, riemergono ciclicamente e spesso diventano più credibili grazie a immagini, meme o persino intelligenza artificiale. Imparare a riconoscerle non significa solo evitare di cascarci, ma anche capire quanto siamo tutti vulnerabili quando la viralità conta più della verità.