Mikayla Raines: la fondatrice di Save A Fox muore suicida per cyberbullismo

Mikayla Raines

Mikayla Raines

Il 20 giugno 2025 Mikayla Raines, fondatrice della celebre organizzazione Save A Fox Rescue e star di YouTube, è morta suicida nella sua casa in Minnesota. Aveva da poco compiuto 30 anni. A confermarlo è stato il marito, Ethan Frankamp, attraverso un video condiviso sui social, dove ha raccontato con voce rotta dal dolore gli ultimi istanti della vita di Mikayla.

«Non riusciva più a sopportare quello che provava» – ha detto – «e ha deciso di porre fine alla sua sofferenza». Dietro la morte della giovane attivista si nascondono una lunga lotta con i disturbi mentali, la fragilità di chi è ipersensibile e una brutale campagna di cyberbullismo.


Chi era Mikayla Raines? Una vita per gli animali

Mikayla Raines nasce il 5 marzo 1995 e fin da giovanissima mostra una sensibilità fuori dal comune per gli animali. A 15 anni inizia a collaborare con un centro di riabilitazione faunistica e pochi anni dopo, nel 2017, fonda Save A Fox Rescue, un santuario per volpi salvate da allevamenti di pellicce, situato a Lakeville, Minnesota.

La sua missione era chiara: dare una seconda possibilità a volpi ed altri animali esotici, spesso vittime di abbandoni o abusi. Mikayla riuscì in pochi anni a costruire la più grande rete di salvataggio per volpi degli Stati Uniti, portando alla ribalta il tema del commercio di pellicce e della detenzione domestica di animali selvatici.

Attraverso il suo canale YouTube, che ha superato i 2,4 milioni di iscritti, e i profili social, Mikayla mostrava la vita quotidiana del santuario: giochi, coccole, cure mediche e momenti di grande tenerezza con i suoi animali, diventando un simbolo per amanti degli animali di tutto il mondo.


Dietro le quinte: disturbi invisibili e dolore non ascoltato

Mikayla non ha mai nascosto la sua diagnosi: era nello spettro autistico e conviveva con depressione e disturbo borderline di personalità. Queste condizioni, come raccontato dal marito Ethan, la rendevano estremamente empatica ma anche vulnerabile alle critiche, alle pressioni e ai cambiamenti.

La sua ipersensibilità era la sua forza, ciò che la rendeva capace di capire e proteggere anche gli animali più traumatizzati. Ma era anche ciò che la rendeva incapace di difendersi dal peso dell’odio online.


Il lato oscuro della rete: cyberbullismo da parte di “amici”

Negli ultimi anni Mikayla era stata presa di mira da una campagna di bullismo online. Le accuse e le critiche non arrivavano solo da sconosciuti, ma anche da persone vicine: ex collaboratori, operatori di altri santuari, colleghi del settore.

Secondo il racconto del marito, questo accanimento l’ha lentamente distrutta. «Persone che considerava amiche si sono unite a una spirale tossica che ha reso il suo mondo insopportabile» – ha dichiarato Ethan – «e quando il dolore è diventato troppo forte, Mikayla non ha più visto via d’uscita».


L’eredità di Mikayla: salvare le volpi, salvare le persone

Nel corso della sua vita, Mikayla ha salvato oltre 150 volpi e ha cambiato la percezione pubblica di questi animali, mostrando che possono essere creature affettuose, complesse e meritevoli di una seconda chance.

Save A Fox non era solo un santuario, ma anche una piattaforma educativa, un punto di riferimento per chi cercava di capire come rapportarsi in modo etico agli animali esotici.

Il marito ha promesso che la missione continuerà: «Finché ci sarà supporto, faremo il possibile per mantenere viva la sua luce».


Come possiamo onorarla

Onorare Mikayla significa sostenere Save a Fox, sensibilizzare sulla salute mentale e usare le parole online con maggiore responsabilità. Non possiamo sapere quanto sia fragile chi legge i nostri commenti: per questo, coltivare gentilezza è un dovere quotidiano. Se notiamo qualcuno in difficoltà, tendiamogli la mano, parliamogli, segnaliamo numeri utili o associazioni di supporto. Anche un piccolo gesto può salvare una vita.


Prevenzione del suicidio: cosa fare se avverti dei segnali

Prevenire il suicidio significa imparare a riconoscere i segnali di disagio: isolamento, frasi ambigue, cambiamenti drastici nel comportamento o nel tono dei messaggi online. Non bisogna mai sottovalutare chi esprime sofferenza. Intervenire è possibile: parlando, ascoltando, offrendo supporto e indirizzando verso strutture adeguate. In Italia, è attivo il numero gratuito 0248018002 di Telefono Amico e il 06 77208977 per il supporto psicologico. Tra le realtà più attive c’è anche Helpis Onlus, che si occupa di contrastare bullismo e cyberbullismo, offrendo sostegno e percorsi educativi per giovani e adulti. Aiutare è responsabilità di tutti.


Se tu o qualcuno che conosci sta attraversando un momento di crisi emotiva o ha pensieri suicidi, chiama il 112 o rivolgiti ai servizi di emergenza. In Italia è attivo il numero 0248018002 (Telefono Amico) o il 06 77208977 (Servizio di supporto psicologico gratuito). Non sei solo.