Le 5 truffe in cui è più facile cadere
L’utilità e la capacità di connetterci di Internet offre opportunità direttamente proporzionali alla possibilità di finire in una truffa. Dopo altri articoli dedicati, ecco una lista delle truffe in cui è più facile cadere.
1. Truffa del Chatbot
Con l’intelligenza artificiale che domina il mondo, i chatbot truffatori sono la nuova frontiera. In realtà possono trattarsi sia di un bot sia di un una persona che si finge un bot. Mi spiego meglio: entrate su un sito di acquisti online come Vinted o di prenotazioni alberghiere come Booking.
È una delle truffe in cui è più facile cadere, in quanto dalla chat pensate di parlare con l’assistenza, invece parlate con un utente che si spaccia per l’assistenza, ad esempio con nick name ad hoc come supporto clienti. La richiesta sarà quella di aggiornare i dati di pagamento ma in realtà starete consegnando le vostre credenziali bancarie ai truffatori.
Una variante di questa truffa parte da un phishing direttamente al venditore. Un hotel su booking (ad esempio) consegna le proprie credenziali ai truffatori rispondendo ad una mail di phishing. Successivamente il truffatore spacciandosi per l’hotel chiederà effettivamente tramite l’account dell’hotel il pagamento in una piattaforma diversa (tramite Telegram o un link dedicato).
2. Spoofing Vocale
I truffatori utilizzano l’IA per imitare la voce di un amico o un familiare. Telefonano alla vittima chiedendole denaro per una “emergenza” o dati personali. Bisogna assicurarsi sempre dell’identità della persona che vi telefona, e mai inviare denaro tantomeno online o a dei delegati per delle “emergenze”.
Capita addirittura che i truffatori facciano chiamare dei bambini facendoli spacciare per figli o nipoti delle persone alle quali si stavano sostituendo.
Una terza tecnica, atta soprattutto verso gli anziani, è la truffa dell’incidente di un figlio o un nipote e di funzionari vari (agenti di polizia, avvocati) che si recano a casa per chiedere una somma di denaro per le spese.
3. Fake Advertising e E-Shop fasulli
La vittima si imbatte in un annuncio su un sito di shopping online, spesso perché selezionate tramite gli ADS di Google, con un’offerta troppo bella per essere vera. Il sito su cui atterra, è in tutto e per tutto uguale a quello di una marca o casa realmente esistente. Dopo l’ordine e il pagamento, non si riceve nulla di quanto ordinato, si riceve falso oppure viene clonata la carta di credito utilizzata.
Tra le truffe in cui è più facile cadere, c’è quella delle false pubblicità e negozi falsi sono comuni su piattaforme come Facebook Marketplace e Instagram.
Questi truffatori creano siti web apparentemente legittimi e utilizzano pubblicità mirate per attirare le vittime.
Prima di effettuare un acquisto, è bene cercare recensioni del sito, verificare se ci sono segnalazioni di truffe e utilizzare metodi di pagamento sicuri come PayPal che offrono protezione per l’acquirente aggiuntiva.
4. Truffe del finto trading
Vengono promessi in varie modi (telefonicamente, per mail, con ads) guadagni elevati investendo in azioni o criptovalute. Dopo un piccolo investimento che sembra fruttare, vengono chiesti sempre più soldi, per poi scoprire che neanche esisteva realmente la compagnia che stava facendo da tramite tra l’acquirente e le azioni.
Le truffe di trading falso sono particolarmente diffuse nel mondo delle criptovalute. I truffatori utilizzano siti web sofisticati e testimonianze false per convincere le persone a investire. Prima di investire, è bene verificare la legittimità della piattaforma, consultare fonti affidabili e diffida sempre delle promesse di guadagni rapidi e facili.
Una varante è la truffa della differenza. Si viene agganciati tramite mail o canali già citati da qualcuno che dopo gli investimenti, comunica che il vostro guadagno è (ad esempio) di 70 euro, ma per prelevarli bisogna versarne altri 30 in quanto si possono prelevare “solo cifre multiple di 100”. Ovviamente i soldi andranno persi.
5. Truffa della differenza e del money muling
Tramite vari canali, che possono essere simili ai precedenti (mail, telefono, chat, ads) ma anche colloqui di lavoro, qualcuno dirà di aver bisogno di versare una grossa somma sul vostro conto corrente, offrendo una ricompensa per il disturbo. Sembra un buon affare, ma quel denaro spesso proviene da attività illegali e quello che vi troverete a fare è vero e proprio riciclaggio.
Questa truffa è conosciuta anche come “money mule” e può avere gravi conseguenze legali. Spesso non viene subito fatta questa richiesta ma ci si arriva per altri tramiti come un colloquio di lavoro e il versamento del primo stipendio chiedendo di restituirne una parte, oppure ancora una volta di alcune “vincite” o “investimenti”.