Posso lasciare una eredità ai miei gatti? Cosa dice la legge (e come “aggirarla”)

Per molti, un gatto è più di un animale domestico: è un compagno di vita, un membro della famiglia, una presenza che riempie le giornate. Ma cosa succede se ci si chiede: “Posso lasciare un’eredità ai miei gatti?”
La domanda può sembrare eccentrica (e ci fa venire subito in mente il testamento a favore de Gli Aristogatti) — e in parte lo è — ma non è affatto campata in aria. Sempre più persone si pongono questo interrogativo, soprattutto chi non ha eredi diretti e vuole assicurarsi che, anche dopo la propria morte, il micio di casa venga accudito con amore e responsabilità.
Vediamo insieme cosa prevede la legge italiana, come funziona all’estero e quali alternative esistono per chi vuole pensare davvero al futuro del proprio gatto.
Eredità ai miei gatti: cosa dice la legge italiana
Partiamo da un punto chiaro: in Italia un animale non può ricevere un’eredità direttamente.
I gatti (come tutti gli animali) non hanno personalità giuridica, quindi non possono essere intestatari di conti correnti, immobili, fondi o altro. Insomma: per quanto possano sembrare i veri padroni di casa… non lo sono davanti alla legge.
Questo significa che non puoi scrivere nel testamento: “Lascio tutto al mio gatto” e aspettarti che il notaio lo prenda alla lettera.
Ma non tutto è perduto. Anzi.

La soluzione: nominare una persona o un’associazione con un obbligo preciso
Il modo corretto per lasciare un’eredità al proprio gatto è indicare un soggetto terzo, ad esempio una persona di fiducia o un ente (come un’associazione animalista), a cui destinare beni o denaro con l’onere di prendersi cura dell’animale.
Questa clausola si chiama “onere testamentario”, ed è perfettamente legale. Si tratta di un obbligo imposto a chi riceve l’eredità. Un esempio concreto è:
“Lascio €10.000 a [nome del beneficiario], a condizione che si prenda cura del mio gatto Matisse per il resto della sua vita, garantendogli cure veterinarie, alimentazione adeguata e affetto.”
Premettendo che non si possono escludere dall’eredità i parenti più prossimi, questo è possibile farlo usando la quota disponibile, cioè la parte di eredità che puoi attribuire liberamente a chi vuoi.
Se chi riceve questa quota non rispetta la condizione imposta, può perdere il beneficio. Per questo motivo, è fondamentale farsi affiancare da un notaio e redigere un testamento ben strutturato, evitando interpretazioni ambigue.
I gatti milionari: storie vere (e un po’ folli)
Parliamo di storie vere e proprie di gatti milionari proprio come gli Aristogatti. Se pensi che lasciare un’eredità al proprio gatto sia da eccentrici… hai ragione, ma non sei solo.
- Blackie, un gatto inglese, ha ereditato oltre 10 milioni di sterline nel 1988, diventando il gatto più ricco del mondo secondo il Guinness World Records.
- In Italia, Tommaso, un ex gatto randagio di Roma, ha ricevuto 13 milioni di euro da una nobildonna che l’aveva adottato. I fondi sono stati affidati a una persona di fiducia con il compito di accudirlo.
- La stilista Karl Lagerfeld ha dichiarato che il suo gatto Choupette avrebbe “ereditato una parte della fortuna”, anche se formalmente i soldi sono andati a un’associazione con obbligo di assistenza.
Cosa hanno in comune queste storie? In tutti i casi, non è stato l’animale a ricevere i soldi, ma una persona o un ente che si è assunto legalmente il compito di occuparsi del gatto.
E in Italia? Ci sono associazioni che aiutano
Alcune associazioni animaliste italiane prevedono programmi dedicati a chi vuole lasciare un lascito a favore degli animali, con l’obiettivo di garantire assistenza post-mortem ai propri amici a quattro zampe.
Ad esempio, è possibile:
- donare una somma a un rifugio con l’impegno di prendersi cura del proprio gatto;
- predisporre un’adozione controllata con visite e aggiornamenti;
- creare un piccolo fondo vincolato solo alle spese veterinarie e alimentari.
Ovviamente, tutto questo va formalizzato con il supporto di un notaio, per evitare problemi o contestazioni.
Posso lasciare l’eredità ai miei gatti? Sì con metodo.
In sintesi:
- Non puoi intestare nulla direttamente al gatto.
- Ma puoi proteggere il suo futuro indicando una persona o ente che se ne prenderà cura, con un vincolo legale.
- Serve un testamento scritto, chiaro, redatto da un professionista.
- Meglio scegliere con attenzione chi riceverà il compito e spiegare nel dettaglio cosa desideri per il tuo micio.